Un uomo di nome Giobbe

“Un uomo di nome Giobbe” è un monologo tratto dal monumentale libro biblico di Giobbe e tenta di avvicinare questo personaggio-simbolo facendolo scaturire dall’urgenza di una domanda universale e tragicamente sempre attuale; la sofferenza fa parte della vita dell’uomo come l’amore, la morte, la felicità, l’uomo non può eliminarla dai suoi giorni; ma, mentre non ci si chiede il perché di una grande felicità o di un amore, la sofferenza sembra, invece, inevitabilmente intrisa di una domanda “perché?”, che forse altro non è che l’involucro di una richiesta di aiuto…

L’uomo sembra poter accettare solo quello che può capire, spiegare, rinchiudere in una logica qualsiasi, tutto ciò che gli sfugge è seriamente temibile e tremendo.

Giobbe è il simbolo di questa richiesta di spiegazioni, il suo dolore improvviso e implacabile si annida nel suo animo e non lo lascia un solo attimo e si fa voce sempre più insistente fino a diventare urlo verso il cielo; un potente e lacerante atto di accusa alle orecchie apparentemente sorde di Dio.Da un’atmosfera da tribunale giudiziario, il dialogo con Dio si fa sempre più diretto e intimo, un incontro-scontro, fatto di audacia, presunzione, ma anche di disperazione, di amore e fedeltà.

Giobbe è l’uomo giusto che non sa arrendersi al concetto di dolore come punizione e scavalca le dottrine, i dogmi, la tradizione della religione degli uomini interrogando il suo Creatore, senza più intermediari. E quest’ultimo non può fare a meno di rispondere.

Un viaggio per incontrare una storia carica di anni, che porta con sé tematiche immortali, la fede, la sofferenza, il mistero, la morte, la speranza… Potrà anche non arrivare nessuna risposta, ma forse, il valore vero si annida semplicemente nella domanda.